Il naturopata è una figura professionale che nasce tra la fine del Settecento e l’Ottocento nei paesi anglosassoni. Si occupa del benessere e della salute della persona da un punto di vista olistico, così come suggerisce il significato della parola naturopatia: “sentiero della natura” (dall’inglese nature’s path). Per spiegare in maniera approfondita la professione del naturopata vogliamo partire dalla definizione di “salute” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che la definisce quale “stato di completo benessere della persona a livello fisico, mentale e ambientale” e non più “solo” come assenza di malattia. Una definizione che apre le porte ad una riflessione profonda, che tocca i diversi strati di quello che siamo.
Cos’è la Naturopatia, di cosa si occupa, come ci viene in aiuto
La fondatrice e direttrice della Scuola Italiana di Medicina Olistica Catia Trevisani, medico e naturopata, per spiegare cos’è la naturopatia ci fa un esempio molto chiaro, quello del vaso. Immaginate un vaso: il vaso siamo noi. All’interno di questo vaso ci sono diversi strati: un terreno, le tossine, le conflittualità emotive.
Tutti nasciamo con un terreno, che comprende i nostri punti deboli e i nostri punti di forza (“io ho le vene varicose come la mia mamma”, “io porto gli occhiali come la maggior parte dei miei familiari” etc). Ogni terreno è diverso e comprende tutto quello che ereditiamo. Poi abbiamo le tossine, che sono di qualsiasi tipo, legate all’inquinamento (ambientale ed elettromagnetico), all’acqua che beviamo, agli alimenti di cui ci nutriamo e così via. Il corpo conosce queste tossine ed è organizzato per gestirle, per eliminarle. Ci sono poi le conflittualità emotive: qualcuno non ha conflittualità emotive? Tutti ce le abbiamo, è naturale.
Un giorno succede qualcosa: cade la fatidica goccia, ed è in quel momento che compaiono i sintomi. Il naturopata non cura i sintomi con gli “anti-goccia”, il naturopata si occupa dell’intero recipiente, andando a ricercare le cause (fisiche e non) e occupandosi poi di ripulire il terreno della persona dalle sue debolezze e di rinforzarlo. Per fare un esempio: se soffriamo di ulcera il lavoro del naturopata non sarà “anti-ulcera”, ma sarà quello di lavorare per mettere lo stomaco nella condizione di digerire e di non ulcerarsi. E se c’è già l’ulcera cercherà di capire se nasce dal terreno, dalle tossine o dai conflitti. Lavorerà, poi, per ridurre i conflitti, diminuire le tossine e rinforzare il terreno.
Il lavoro del naturopata e quello del medico sono molto diversi: la medicina ha il suo compito e la sua funzione, il naturopata altre. Il riferimento culturale in cui si muove la naturopatia è l’Olismo, visione in base alla quale il cosmo è considerato come un intero, un’unità, nonostante al primo sguardo sembri separato.
Professione Naturopata: cosa fa e quali conoscenze ha
Cosa fa, quindi, il naturopata? Il naturopata si occupa dell’intero vaso e non guarda solo al sintomo che la persona manifesta. Il naturopata va in profondità, occupandosi anche (e soprattutto) delle cause che hanno portato la persona a soffrire di un determinato disturbo, ad ammalarsi, sostenendo la forza vitale dell’organismo, che agisce con intelligenza in base alle regole della natura e alla vis medicatrix naturae. Nella maggior parte dei casi, infatti, il corpo risolve da solo le sue piccole disarmonie senza aver bisogno di un aiuto esterno.
Il naturopata si occupa della prevenzione delle potenziali patologie, dell’educazione per un corretto stile di vita e della promozione della salute a livello individuale, sociale e ambientale. Non solo: il naturopata si occupa di riequilibrare anche le eventuali disarmonie attraverso metodi e discipline naturali che supportino il fisiologico ripristino di uno stato di benessere.
Il naturopata conosce in maniera approfondita tecniche come la kinesiologia, l’iridologia, la cromoterapia, ha solide basi di aromaterapia, di naturopatia nutrizionale, conosce in maniera approfondita i Fiori di Bach, i fiori italiani e sa come utilizzarli. Il naturopata ha solide basi di Medicina Tradizionale Cinese e prende in considerazione la storia familiare del paziente e quella personale dell’individuo, riferita all’oggi.
Come si diventa Naturopata e gli sbocchi professionali
Nonostante in Italia non esista ancora una legge specifica per la figura del naturopata, l’esercizio della professione è consentito dopo il conseguimento del diploma. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stilato alcune linee guida per un adeguato corso di studi secondo le quali è necessario completare un percorso formativo di 1600 ore di cui 400 di tirocinio. È poi importante che una scuola di naturopatia non proponga solo conoscenze teoriche, ma promuova anche competenze e abilità, verificandole con un esame finale reale e sul campo.
Quali sono gli sbocchi professionali una volta completato il percorso per diventare naturopata? Una volta diplomato, il naturopata può lavorare autonomamente con una regolare partita IVA e svolgere consulti naturopatici; può diventare informatore scientifico per le aziende che producono rimedi naturopatici; può essere assunto come dipendente in erboristeria, parafarmacia e centri benessere.
Il consiglio di una professionista del settore, che opera come naturopata da diverso tempo, è quello di diffidare di chi offre corsi brevi, perché per diventare un naturopata serio e affidabile non basta qualche giorno.
Il naturopata ha a che fare con le persone e con la loro salute: è importante sapere quello che si sta facendo, con coscienza e senso di responsabilità. Non fidatevi di chi promette di darvi il titolo di naturopata a fronte di qualche giornata di corso: non è possibile comprendere, interiorizzare ed essere in grado di offrire un consulto naturopatico dopo poco tempo. Come per tutti i percorsi anche quello del naturopata dev’essere seguito con impegno, forza di volontà, voglia di studiare e voglia, soprattutto, di aiutare concretamente coloro che ne hanno bisogno e che cercano un professionista serio e competente.